Patente all’estero: ecco cosa c’è da sapere

11/12/2015

Fare tradurre la patente in vista di una vacanza all'estero, sia in Europa che al di fuori del Vecchio Continente, è necessario per avere la possibilità, nel Paese straniero in cui ci si trova, di guidare un'automobile nel caso in cui ciò fosse necessario. C'è bisogno, in particolare, di quella che viene definita traduzione giurata della licenza di guida. Entrando nel dettaglio delle procedure da seguire, la patente italiana, perché possa essere riconosciuta in un Paese straniero - che si tratti della Germania, della Polonia, della Grecia, del Brasile, del Giappone o di qualsiasi altro Stato - deve dapprima essere tradotta e successivamente essere asseverata.

La traduzione asseverata della patente, dunque, è fondamentale per chi è in procinto di andare all'estero e ha intenzione di guidare. In pratica, il traduttore che si è occupato della conversione del contenuto del documento in lingua è tenuto a giurare in tribunale dinanzi a un cancelliere: questo procedimento ha lo scopo di garantire che la traduzione abbia un valore legale totale.

Nel caso in cui ci si rechi in vacanza in un Paese che fa parte dell'Unione Europea, la circolazione è garantita dappertutto, sulla base della Direttiva comunitaria 91/439/CEE del 29 luglio del 1991, che sancisce che gli Stati membri della Ue riconoscono le licenze di guida che sono rilasciate delle autorità locali.

Nel caso in cui ci si rechi in vacanza in un Paese che non fa parte dell'Unione Europea, invece, è opportuno verificare se questo abbia sottoscritto con l'Italia un accordo di reciprocità relativamente alla conversione delle patenti: in questa circostanza, infatti, oltre alla licenza di guida italiana bisogna essere in possesso di un permesso internazionale di guida, che è una sorta di patente ulteriore che può essere richiesta negli uffici della motorizzazione. Va sottolineato che questo permesso non sostituisce la patente italiana tradotta, ma semplicemente le si affianca.